Abbiamo da poco ricordato il cinquantesimo della morte di Don Milani, esaltandone le doti di docente, educatore e pedagogo.
Aldilà dei facili entusiasmi dovremmo essere realisti: oggi la giustizia italiana metterebbe il prete toscano dietro le sbarre per violazione degli articoli 571 e 572 del codice di procedura penale (rispettivamente abuso dei mezzi di correzione e maltrattamenti). Facile dunque cogliere la schizofrenia odierna dell’opinione pubblica che da una parte acclama il burbero parroco di Barbiana, solito ricorrere a sganassoni educativi e ancor più rudimentali metodi correttivi, e dall’altra chiede ergastolo e forca per maestre ultrasessantenni che alzano la voce e allungano qualche scappellotto ai bimbi loro affidati. Una palese contraddizione che suscita non poche perplessità.