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Perché a scuola dobbiamo insegnare a programmare (e non Paint!)

#coding Perché a #scuola dobbiamo insegnare a programmare (e non Paint!)  https://t.co/pWqCpd5AaI
Via @chefuturo https://t.co/Pgd2WVjvON

Il punto di vista



Una sequenza del film "L'attimo fuggente" di Peter Weir 1989 in cui l'insegnate invita i suoi studenti a guardare il mondo da una prospettiva diversa da quella usuale

#Vaccini: cosa sapere

http://graphic-news.com/stories/vaccinofobia/#Sui vaccini l'informazione non è mai abbastanza. Le recenti polemiche sulla trasmissione Virus di RAI 2 hanno generato molti commenti. Ve ne segnaliamo due e vi ricordiamo che TUTTA la comunità scientifica è a favore delle vaccinazioni. E noi con loro. Assolutamente  Leggete su wired.it: Vaccini, come rispondere a R..R.....   e per chi ama la graphic novel: Vaccinofobia

Meno ore o salari più alti creano migliori insegnanti?

http://infographics.economist.com/2016/TeachersOECD/
Cliccare sul grafico per vedere altri dati
ATTIRARE nell'insegnamento persone motivate e brillanti è un problema in molti paesi. La bassa retribuzione è spesso accusata di esserne la causa, specialmente quando è combinata con molte ore di lavoro. La difficoltà di reclutamento degli insegnanti si pensa pertanto che sia correlata al cattivo rendimento degli studenti a scuola.
Ma i dati dell'OCSE, un club di paesi ricchi per lo più, suggeriscono che, almeno per quanto riguarda i risultati educativi, né le ore né la paga contano molto.
Gli allievi giapponesi e sudcoreani sono testa a testa nella parte superiore della classifica PISA dei 15enni per competenze "literacy, numeracy" e conoscenza scientifica. I loro insegnanti sono pagati circa lo stesso ma sono molto diverse le ore:  enormi sono le 54 ore a settimana in Giappone rispetto alle 37 in Corea del Sud.
Gli alunni in Estonia, che ha gli insegnanti meno pagati del gruppo, fanno meglio di quelli nei Paesi Bassi, dove gli stipendi degli insegnanti sono cinque volte più alti e le ore sono le stesse. Anche quando il PIL per persona viene presa in considerazione l'Olanda è insolitamente generoso con gli insegnanti e l'Estonia insolitamente avara.
Cosa dovrebbero fare gli insegnanti che vogliono più tempo libero e una migliore retribuzione?
Quelli di due terzi dei paesi del gruppo trarrebbero beneficio dal trasferimento nei Paesi Bassi. Gli insegnanti portoghesi potrebbero tagliare la loro giornata lavorativa per più di tre ore, se si trasferiscono in Italia, a parità di stipendio.
Gli insegnanti britannici che, come la maggior parte dei loro compatrioti, esitano all'idea di imparare una nuova lingua hanno anche altre opzioni: trasferirsi in Canada darebbe loro un aumento di stipendio del 41%; in America del 29% o in Australia del 19%.
NB: Le ore settimanali nella tabella sono ore effettivamente lavorate, segnalate dagli insegnanti. 
Nostra traduzione da: www.Economist.com by The Data Team

Scienza Under 18 a Monfalcone

Segnaliamo la settima edizione della Manifestazione “Scienza under 18” che si terrà a Monfalcone (GO) dal 5 al 7 maggio 2016 e che ha crescente successo.
In SU18 l'educazione scientifica scolastica diventa comunicazione pubblica per tutti: in un contesto festoso vengono presentate direttamente dagli allievi esperienze, exhibit ed esperimenti realizzati dagli studenti per gli studenti ma anche coinvolgendo genitori, gli insegnanti e tutti i cittadini.
Sono previste conferenze, attività collaterali, mostre permanenti per tutta la durata della manifestazione, laboratori ed eventi speciali

Locandina (pdf)
Depliant (pdf)

Dopo la manifestazione:

Paolo Poli legge Pinocchio: è una favola !

"C’era una volta ... Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori. - No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.
Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome mastr’Antonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura."


Così cominciava la favola che il grande Paolo Poli ci ha lasciato in eredità; è indimenticabile la sua lettura di Pinocchio che trovate qui in podcast:  Paolo Poli legge Pinocchio

Leggere come un bambino dislessico

Secondo i dati dell’Associazione Italiana Dislessia la dislessia colpisce in Italia almeno 2 milioni di persone. Cosa si prova a leggere quando si è dislessici? Per dare la possibilità a chi legge normalmente di mettersi nei panni di chi ha questo disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), lo sviluppatore Victor Widell ha creato uno script animato in Java che simula l’esperienza di lettura dei dislessici. (L'articolo intero qui)

Di che colore saranno gli alunni nel futuro?

Molti saranno color Africa. Tra il 2015 e il 2050 metà della crescita della popolazione mondiale sarà concentrata in nove stati, di cui cinque africani. Secondo il report delle Nazioni Unite, anche l’Italia nella lista dei paesi che dovranno accogliere più di 100mila migranti ogni anno.La presenza degli africani crescerà da subito in misura esponenziale. Qualcuno ci sta pensando? La scuola ha bisogno di prepararsi alla sfida con strutture, innovazione e aggiornamento del personale meglio di come si sta facendo ora. Sveglia!


 Per chi vuole approfondire su wired.it

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La vita di Maria Montessori secondo Minoli

Nella trasmissione Mix24-Storia del 22.12.2015, Giovanni Minoli ha tratteggiato un magnifico ritratto di Maria Montessori e della sua pedagogia
Trovate il download mp3 qui

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Neuroscienze e insegnamento: "neuromiti"

Videolezione del Professor Sergio Della Sala (Università di Edimburgo), tratta dal convegno “In classe ho un bambino che..." (Firenze, 8-9 febbraio 2013), a cui hanno partecipato i massimi esperti di psicologia scolastica





Negli ultimi dieci anni c’è stato un crescente interesse per l’applicazione della conoscenze del cervello umano al campo educativo. Questo ha portato allo sviluppo di una serie di nuove pratiche in materia di istruzione (in particolare nei paesi anglosassoni) alcune buone, altre cattive, altre ancora del tutto insensate.
C’è da chiedersi se l’uso improprio delle neuroscienze in classe sia dovuto a un ingenuo travisamento di come funziona la scienza, a ragioni ideologiche o a logiche commerciali..




Italia, ultima per laureati Ma dove si perdono i nostri allievi?

Troppo pochi i laureati in Italia, poco vantaggioso laurearsi rispetto all’investimento.
Lo raccontano i dati del rapporto OCSE Education at a Glance 2015. L'Italia perde posizioni sul fronte dell'istruzione terziaria e il futuro del Paese si fa ancora più nero. Superati anche dalla Turchia, siamo ormai ultimi nell’OCSE per quota di laureati. Per approfondire su oggiscienza.it

D'altronde l’Italia investe poco nell’istruzione. Sempre dall’ultimo rapporto Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) il grafico sottoriportato è evidente: la scuola italiana: ha investimenti scarsi ed insegnanti poco pagati. Oltre a spendere poco per l’istruzione, l’Italia paga sempre meno anche gli insegnanti. Se dal 2000 al 2009 gli stipendi dei docenti nei Paesi Ocse sono aumentati del 7%, in Italia sono dimunuiti dell’1%.  Per approfondire su oggiscienza.it

Education and Training Monitor 2015


La Commissione Europea fa il punto sulla scuola dei diversi Paesi europei nella pubblicazione Education and Training Monitor 2015.  Singole schede riportano una sintesi per ogni Paese
Il dato più sottolineato per l'Italia è il grande divario esistente fra le aree geografiche del nostro paese (e questo viene sintetizzato nel grafico dei risultati 2012 delle prove di matematica per i 15enni)
Vengono inoltre evidenziati altri aspetti:
  • l'Italia ha compiuto progressi nel migliorare il suo sistema di istruzione e formazione nel corso degli ultimi anni
  • un sistema di valutazione scolastica è in corso di attuazione
  • le competenze di base sono migliorate
  • il tasso di abbandono scolastico ha una tendenza al ribasso
  • la recente riforma del sistema di istruzione scolastica può contribuire a creare le condizioni per migliorare ulteriormente i risultati scolastici
Tuttavia
  • il tasso di abbandono scolastico rimane ben al di sopra della media UE
  • le differenze regionali in competenze di base sono ampie. 
  • il tasso di laureati è il più basso in Europa e molti studenti abbandonano l'istruzione terziaria
  • l'apprendimento come scuola-lavoro non è sufficientemente sviluppato 
  • l'ingresso nel mercato del lavoro è difficile per tutti i giovani, anche per i più qualificati. 
  • la spesa pubblica per l'istruzione, in percentuale del PIL, è tra le più basse della UE, soprattutto per l'istruzione terziaria

Una lettura istruttiva e preoccupante

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1889: analfabetismo in Italia al 42%

Nel 1889, dicono i dati raccolti da Luigi Bodio uno dei padri della statistica pubblica italiana, fra i giovani alla visita di leva era totalmente analfabeta:
in Germania, Svizzera e Svezia meno dell’1%;
in Francia il 9%;
in Belgio il 13%;
in Austria il 24%;
in Ungheria il 36%.
E in Italia il 42% 


Ricordiamoci che stiamo ancora recuperando  Forza ragazzi!

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La buona scuola c'è già

Ogni tanto appare sulla stampa qualche notizia lanciata per fare effetto, spesso negativo, nel dibattito sulla scuola. L'ultima, in  un articolo basato sui dati OCSE PISA 2012, dice che in Italia ci sono studenti infelici e docenti disinteressati.
In Italia, si, ma dove? Perchè la penisola è  lunga e presenta differenze tali da far oscillare la scuola fra livelli kazaki ed eccellenze finlandesi. Considerato che ci si basa sui risultati dei 15enni nelle prove matematiche,
abbiamo rielaborato le tabelle OCSE PISA 2012 inserendo i dati regionali accanto a quelli nazionali. I risultati sono chiari e noti a tutti noi esperti di scuola: la "questione meridionale" esiste anche per la scuola: le abilità matematiche misurano una scuola italiana molto differenziata che passa da un N-E simile alla Svizzera o alla Finlandia ad una Calabria pari al Kazakistan. Non sono certo questi i livelli potenziali di alunni e docenti ma quelli derivanti dalla società in cui queste scuole operano con le differenze economiche territoriali che condizionano anche i risultati scolastici.
La buona scuola allora c'è già, ed è in quelle zone d'Italia dove la società riesce a portare alla scuola quelle risorse che lo Stato le toglie. Famiglie, Comuni, aziende, banche finanziano gli istituti; docenti normali, con dirigenti normali, da troppo tempo tengono in piedi un'istituzione che è di livello finnico-elvetico nel N-E, dove i finanziamenti, bene o male, non sono mai mancati.
Basta copiare allora? Purtroppo no, il problema è globale, e richiede un programma di aiuti alle scuole del sud che le faccia diventare un baluardo diverso nella società sofferente, un nucleo protetto, finanziato più delle altre realtà, per investire nel futuro. Ecco dove forse servono le stelle di sceriffo E forse anche le pistole visto che non è questo che si sta configurando come riforma della scuola.


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