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I nostri post per questo periodo
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Il comma 29 "ammazzablog"
Vediamo di spiegare i motivi della protesta contro la legge "sulle intercettazioni" che comincerà il suo iter in Parlamento i prossimi giorni e che introduce per i siti web un meccanismo di "rettifica" che è peggio della censura.
Cosa prevede il comma "ammazzablog"? Il comma estende l’istituto della "rettifica", previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i siti informatici, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione. Cosa è la "rettifica"? La "rettifica" è oggi già prevista per i giornali e le televisione nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o false. Questi potrebbero avere difficoltà nell’ottenere la correzione delle notizie e la "rettifica", quindi, obbliga i giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni. Quando si deve pubblicare la "rettifica"? E cosa succede se non si pubblica? Il Comma prevede che la "rettifica" vada pubblicata entro due
Cosa prevede il comma "ammazzablog"? Il comma estende l’istituto della "rettifica", previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i siti informatici, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione. Cosa è la "rettifica"? La "rettifica" è oggi già prevista per i giornali e le televisione nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o false. Questi potrebbero avere difficoltà nell’ottenere la correzione delle notizie e la "rettifica", quindi, obbliga i giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni. Quando si deve pubblicare la "rettifica"? E cosa succede se non si pubblica? Il Comma prevede che la "rettifica" vada pubblicata entro due
#tunnelgelmini
Sulla scoperta del CERN il Ministero dell'Istruzione ha rilasciato un comunicato stampa dove si celebra un fantomatico tunnel di 734 km fra il CERN di Ginevra e i laboratori del Gran Sasso a cui il Governo Italiano avrebbe dato un contributo per la costruzione.
La gaff sta facendo il giro del mondo (cercate su twitter #tunnelgelmini) e tutto il web sta ridendo
Qui le migliori vignette
Qui i tweets più divertenti
La gaff sta facendo il giro del mondo (cercate su twitter #tunnelgelmini) e tutto il web sta ridendo
Ansia prima del primo giorno di scuola? Riconoscerla e gestirla
Si avvicina il primo giorno di scuola e tutti sono entusiasti delle nuove esperienze che i bambini proveranno ma qualche bambino, invece, è ansioso e infelice. Se avete osservato alcuni di questi segnali la settimana prima del rientro scolastico:
Per esempio:
Liberamente tratto da un articolo di Bill Burns - www.education.com
- Drastici cambiamenti delle abitudini alimentari
- Il bambino lamenta di sentirsi malato o dolorante
- Disturbi del sonno, incubi o sonno eccessivo
- Ripristino di comportamenti infantili, come ad esempio parlare come un bambino piccolo
- Aggressività verso gli altri bambini o collera insolita
- Malinconia o tristezza persistente
- Esitazione a parlare di scuola o dei preparativi per il ritorno a scuola
Per esempio:
- Aiutatelo ad etichettare le sue paure; i timori non identificati sono più difficili da superare;
- Fategli riprendere le sue abitudini scolastiche: alzarsi presto e preparare i vestiti per il giorno dopo prima di andare a letto significa non essere in ritardo o disorganizzati;
- Guardate insieme l'orario delle lezioni, i libri e il programma scolastico che deve affrontare;
- Fategli riprendere i contatti con i compagni di classe prima dell'inizio della scuola;
- Giocate ad imitare un giorno di scuola;
- Ricordategli che è normale essere nervosi;
- Portatelo a vedere la scuola prima dell'inizio e ripercorrete la strada che farà;
Liberamente tratto da un articolo di Bill Burns - www.education.com
Gioco legale e responsabile Questo spot ci piace poco
Fra i diversi spot televisivi che propagandano i giochi gestiti dallo Stato anche se più o meno d'azzardo, questo proprio non ci piace.La benedizione del padre - e non della madre, si badi bene - al figlio che si avvicina per la prima volta al Gioco a Premi dello Stato Italiano è indubbiamente diseducativa e di dubbio gusto. Invece di instillare nella mente del ragazzo l'attenzione al fatto che il gioco può creare dipendenza lo si avvicina senza eleganza al piacere, di qualunque tipo esso sia. Diffondiamo invece la conoscenza del rischio dipendenza che è in agguato nel gioco, spesso devastante per la persona e la sua famiglia.
www.iltuopsicologo.it: dipendenza da gioco
Telefono azzurro Non vogliamo vedere?
Telefono Azzurro richiama sempre l'attenzione sugli abusi ed in particolare su quelli sommersi che troppe volte non vogliamo vedere
Da due anni Telefono Azzurro gestisce anche la linea europea per bambini ed adolescenti scomparsi: un lavoro senza frontiere
Da due anni Telefono Azzurro gestisce anche la linea europea per bambini ed adolescenti scomparsi: un lavoro senza frontiere
Due temi importanti su cui riflettere.
Per saperne di più andate su azzurro.it oppure scaricate l'ultimo numero di Azzurro child: ll diritto di essere bambini (n° 66)
Per saperne di più andate su azzurro.it oppure scaricate l'ultimo numero di Azzurro child: ll diritto di essere bambini (n° 66)
NO definitivo alle "aule pollaio"
Avevamo dato notizia del ricorso vincente al Tar del Codacons («aule-pollaio» = "bambini polli") per 275 «aule pollaio» che non rispettano il massimo di affollamento di due metri quadrati a disposizione per ogni alunno e di 27 alle elementari, 28 alle medie, 30 alle superiori.
Ora il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso del Ministero dell'Istruzione che è pertanto costretto ad emanare il Piano generale di edilizia scolastica, previsto dal D.P.R. n. 81/09. In attesa del Piano non si dovrebbero poter formare classi in aule che superino l'affollamento massimo di legge in quanto “restano confermati i limiti massimi di alunni previsti dal decreto 331/1998"
La normativa:
Poesie e tabelline a memoria nel Suk arabo Che scuola !
Uno studio americano rivaluta un metodo didattico passato di moda e spiega perché è più efficace. ricordare un testo, dei versi o una sequenza di numeri non è nozionismo ma aiuta a elaborare i concetti
"Nel mezzo del cammin di nostra vita...", chi ricorda ancora a memoria passi della Divina Commedia di Dante? Negli ultimi decenni imparare a memoria, ripetere e annotare, era nozionismo sorpassato. Invece no: imparare a memoria, leggere e rileggere, è il metodo migliore per apprendere, fino ai massimi livelli accademici e non solo alle elementari o alle medie.
Imparare a memoria e ripetere, dicono Karpicke e Blunt, psicologi alla Purdue University di West Lafayette, Indiana, Usa, è un metodo molto più efficace per assimilare nozioni e concetti, per averli nella propria memoria e quindi utilizzarli nel ragionamento, in connessioni logiche, rispetto a metodi nuovi come l'uso delle cosiddette "mappe mentali".
E prendere appunti a mano aiuta a ricordare ben più dell'uso della tastiera di un computer perché l'attività motoria dello scrivere è in forte collegamento col cervello.
Ma non è così semplice il processo di apprendimento; tempo fa abbiamo rilanciato un articolo che parlava dei bambini che oggi hanno meno di 12 anni (Nativi Digitali: addio maestra, da oggi si cambia), prima generazione veramente hitech, che pensa, apprende e conosce in maniera differente dai suoi fratelli maggiori per i quali "imparare oggi ha la forma di un suk arabo nell'ora di punta".
Difficile immaginare che questa evoluzione possa avvenire in aule strette e cadenti, con classi affollate da - minimo - 27 diavoletti scatenati, 3-4 dei quali "difficili anche se non segnalati", però in grembiulino, con una maestra unica - malpagata - e genitori sindacalisti dei propri figli.
Oddio, il Suk c'è, le tabelline e le poesie si possono recitare in gruppo ... che sia questo il futuro?
"Nel mezzo del cammin di nostra vita...", chi ricorda ancora a memoria passi della Divina Commedia di Dante? Negli ultimi decenni imparare a memoria, ripetere e annotare, era nozionismo sorpassato. Invece no: imparare a memoria, leggere e rileggere, è il metodo migliore per apprendere, fino ai massimi livelli accademici e non solo alle elementari o alle medie.
Imparare a memoria e ripetere, dicono Karpicke e Blunt, psicologi alla Purdue University di West Lafayette, Indiana, Usa, è un metodo molto più efficace per assimilare nozioni e concetti, per averli nella propria memoria e quindi utilizzarli nel ragionamento, in connessioni logiche, rispetto a metodi nuovi come l'uso delle cosiddette "mappe mentali".
E prendere appunti a mano aiuta a ricordare ben più dell'uso della tastiera di un computer perché l'attività motoria dello scrivere è in forte collegamento col cervello.
Ma non è così semplice il processo di apprendimento; tempo fa abbiamo rilanciato un articolo che parlava dei bambini che oggi hanno meno di 12 anni (Nativi Digitali: addio maestra, da oggi si cambia), prima generazione veramente hitech, che pensa, apprende e conosce in maniera differente dai suoi fratelli maggiori per i quali "imparare oggi ha la forma di un suk arabo nell'ora di punta".
Difficile immaginare che questa evoluzione possa avvenire in aule strette e cadenti, con classi affollate da - minimo - 27 diavoletti scatenati, 3-4 dei quali "difficili anche se non segnalati", però in grembiulino, con una maestra unica - malpagata - e genitori sindacalisti dei propri figli.
Oddio, il Suk c'è, le tabelline e le poesie si possono recitare in gruppo ... che sia questo il futuro?
«aule-pollaio» = "bambini polli" ?
«Quelle classi hanno troppi alunni» Il Tar dice basta alle «aule-pollaio» Accolto il ricorso del Codacons
La normativa tecnica per gli edifici scolastici fissa un limite al numero di alunni per classe: 27 alle elementari, 28 alle medie, 30 alle superiori e comunque per ogni alunno devono risultare circa due metri quadrati a disposizione.
Il Codacons per 275 «aule pollaio» che non rispettano queste regole, ha chiesto l’intervento del Tar con uno dei primi esempi di class action, cioè di azione collettiva fatta con un singolo esposto. E ieri il Tribunale amministrativo ha dato ragione all’associazione dei consumatori.
La Gelmini dice che sono solo lo 0,4 per cento ma il governo ha solo 120 giorni di tempo per varare il piano di riqualificazione degli edifici contestati.
La normativa tecnica per gli edifici scolastici fissa un limite al numero di alunni per classe: 27 alle elementari, 28 alle medie, 30 alle superiori e comunque per ogni alunno devono risultare circa due metri quadrati a disposizione.
Il Codacons per 275 «aule pollaio» che non rispettano queste regole, ha chiesto l’intervento del Tar con uno dei primi esempi di class action, cioè di azione collettiva fatta con un singolo esposto. E ieri il Tribunale amministrativo ha dato ragione all’associazione dei consumatori.
La Gelmini dice che sono solo lo 0,4 per cento ma il governo ha solo 120 giorni di tempo per varare il piano di riqualificazione degli edifici contestati.
News Nel Regno Unito si dibatte sulle "free schools"
Un articolo di Tuttoscuola.com fa il punto sulle "free schools" inglesi volute dal Governo conservatore ma osteggiate dai sindacati; l'iniziativa sta ancora suscitando accesi dibattiti nonostante siano state autorizzate appena 16 di queste nuove scuole.
Le “free schools” possono essere fondate da associazioni di genitori o di insegnanti, gruppi di volontari, congregazioni religiose. Sono autorizzate al funzionamento direttamente dall’autorità centrale e non devono avere il permesso dall’autorità scolastica locale. Sono sovvenzionate con finanziamenti pubblici e i loro programmi, purché sottoposti al controllo del dipartimento per l’istruzione, possono discostarsi dal curriculum nazionale.
Diffuse in Svezia - scuole indipendenti - e negli USA - Chart School System - hanno ottenuto un innalzamento degli standard di qualità educativa in molte aree deprivate.Mentre nel Regno Unito si sperimenta, la nostra Scuola, ancora alle prese con tagli economici e centralismo autoritario, sta covando solo conflitti; esperienze analoghe in Italia potrebbero avviare forme moderne di innovazione del sistema e rilanciare l'autonomia scolastica, oggi compressa e perdente di fronte alle logiche statali.
Nativi Digitali: addio maestra, da oggi si cambia (?)
"imparare oggi ha la forma di un suk arabo nell'ora di punta"
La generazione dei "nativi digitali", bambini che oggi hanno meno di 12 anni è la prima veramente hitech, che pensa, apprende e conosce in maniera differente dai suoi fratelli maggiori. E' l'addio al vecchio sapere lineare di studenti 2.0 a cui corrispondono spesso istituti scolastici da secolo scorso. E' la tesi di Serena Danna, giornalista de Il Sole 24ore (Nel regno dei nativi digitali) che descrive la loro cultura come «partecipativa», fondata su una «partnership informale» tra insegnanti e alunni con il bambino che tende a sentirsi responsabile del progetto educativo
«Frequentano gli schermi interattivi fin dalla nascita e considerano internet il principale strumento di reperimento, condivisione e gestione dell'informazione». «Se per noi imparare significava leggere-studiare-ripetere, per i bambini cresciuti con i videogames vuol dire innanzitutto risolvere i problemi in maniera attiva»,
Il maestro non è più un trasmettitore di conoscenza ma un «facilitatore»,
che fa da filtro tra il caos della rete e il cervello del piccolo studente.
Anche se un po' troppo aziendalista/astratto, l'articolo è da leggere perchè è fra i pochi a parlare della scuola dall'esterno e con i verbi del futuro.
Intanto, la giornalista sarà sicuramente d'accordo con noi che anche "insegnare oggi è come lavorare in un suk arabo nell'ora di punta"
La generazione dei "nativi digitali", bambini che oggi hanno meno di 12 anni è la prima veramente hitech, che pensa, apprende e conosce in maniera differente dai suoi fratelli maggiori. E' l'addio al vecchio sapere lineare di studenti 2.0 a cui corrispondono spesso istituti scolastici da secolo scorso. E' la tesi di Serena Danna, giornalista de Il Sole 24ore (Nel regno dei nativi digitali) che descrive la loro cultura come «partecipativa», fondata su una «partnership informale» tra insegnanti e alunni con il bambino che tende a sentirsi responsabile del progetto educativo
«Frequentano gli schermi interattivi fin dalla nascita e considerano internet il principale strumento di reperimento, condivisione e gestione dell'informazione». «Se per noi imparare significava leggere-studiare-ripetere, per i bambini cresciuti con i videogames vuol dire innanzitutto risolvere i problemi in maniera attiva»,
Il maestro non è più un trasmettitore di conoscenza ma un «facilitatore»,
che fa da filtro tra il caos della rete e il cervello del piccolo studente.
Anche se un po' troppo aziendalista/astratto, l'articolo è da leggere perchè è fra i pochi a parlare della scuola dall'esterno e con i verbi del futuro.
Intanto, la giornalista sarà sicuramente d'accordo con noi che anche "insegnare oggi è come lavorare in un suk arabo nell'ora di punta"
Un miliardo all'Università? Ricordiamoci che lo hanno tolto alla scuola primaria!
Nessuna università italiana fra le prime 200 al mondo. Invece la scuola primaria italiana si colloca (o si collocava?) fra le migliori al mondo.
Sia gli occupanti delle scuole superiori sia i ricercatori universitari in sciopero dovrebbero ammetterlo: i soldi che arriveranno all'Università sono stati tolti anche alla scuola primaria. Sono più di otto i miliardi tolti alla scuola dalla riforma Gelmini e almeno un quarto riguarda la scuola primaria. Mai tagli così duri sono passati nel silenzio e nell'indifferenza: i docenti e i genitori della scuola primaria stanno da due anni supplendo alle gravissime carenze di strutture e personale che la stanno fiaccando. E rimane ancora un livello di scuola considerato fra i migliori al mondo. Non ci sono cortei di protesta di alunni 6-11; la dattica si fa con classi sovraffollate; le gite si fanno con le automobili delle famiglie e con il volontariato delle maestre; il sapone ecc. si porta da casa; le fotocopie le pagano i genitori. E altro ancora, poco edificante da far sapere. Capiamo che questa indifferenza arrivi dal Ministero o dalla Stampa Meno Attenta ma non possiamo accettare che gli altri ordini di scuola - allievi e docenti delle superiori, universitari e ricercatori - dimentichino che i primi a subire i tagli e ad avviare la protesta sono stati le famiglie, i maestri e i bambini della scuola primaria. Capiamo che i Sindacati siano attenti al problema del momento; ma non è così che si risponde ad una strategia globale di destrutturazione della scuola pubblica. Capiamo, capiamo, capiamo ma non accettiamo questo stato di cose. La scuola primaria non può fare azioni violente o scioperi duri per difendersi; sono gli altri che devono ricordare che se sanno leggere, scrivere e rapportarsi con il mondo degli altri lo devono agli insegnamenti dei primi anni di scuola e alla professionalità delle maestre. Ricordate e difendete anche le vostre origini, cari universitari. La scuola primaria sta soffrendo e non riesce a farsi sentire; ha bisogno di solidarietà. Almeno un miliardo di volte.
E, infine, è un vecchio gioco, "a dirty trick", mettere scuola contro scuola per innescare una guerra tra poveri e distrarci dai temi veri che sono quelli di una scuola per il terzo millennio che nessuno oggi dibatte.
Sia gli occupanti delle scuole superiori sia i ricercatori universitari in sciopero dovrebbero ammetterlo: i soldi che arriveranno all'Università sono stati tolti anche alla scuola primaria. Sono più di otto i miliardi tolti alla scuola dalla riforma Gelmini e almeno un quarto riguarda la scuola primaria. Mai tagli così duri sono passati nel silenzio e nell'indifferenza: i docenti e i genitori della scuola primaria stanno da due anni supplendo alle gravissime carenze di strutture e personale che la stanno fiaccando. E rimane ancora un livello di scuola considerato fra i migliori al mondo. Non ci sono cortei di protesta di alunni 6-11; la dattica si fa con classi sovraffollate; le gite si fanno con le automobili delle famiglie e con il volontariato delle maestre; il sapone ecc. si porta da casa; le fotocopie le pagano i genitori. E altro ancora, poco edificante da far sapere. Capiamo che questa indifferenza arrivi dal Ministero o dalla Stampa Meno Attenta ma non possiamo accettare che gli altri ordini di scuola - allievi e docenti delle superiori, universitari e ricercatori - dimentichino che i primi a subire i tagli e ad avviare la protesta sono stati le famiglie, i maestri e i bambini della scuola primaria. Capiamo che i Sindacati siano attenti al problema del momento; ma non è così che si risponde ad una strategia globale di destrutturazione della scuola pubblica. Capiamo, capiamo, capiamo ma non accettiamo questo stato di cose. La scuola primaria non può fare azioni violente o scioperi duri per difendersi; sono gli altri che devono ricordare che se sanno leggere, scrivere e rapportarsi con il mondo degli altri lo devono agli insegnamenti dei primi anni di scuola e alla professionalità delle maestre. Ricordate e difendete anche le vostre origini, cari universitari. La scuola primaria sta soffrendo e non riesce a farsi sentire; ha bisogno di solidarietà. Almeno un miliardo di volte.
E, infine, è un vecchio gioco, "a dirty trick", mettere scuola contro scuola per innescare una guerra tra poveri e distrarci dai temi veri che sono quelli di una scuola per il terzo millennio che nessuno oggi dibatte.
Finalmente ci arrabbiamo Fuori e dentro (?) la scuola
La scuola è in piazza, anzi sulla strada, sul lastrico. Sullo stretto di Messina migliaia di persone appartenenti al più grosso licenziamento di massa degli ultimi decenni chiede un "ponte per la scuola". Davanti a molti portoni degli Uffici Scolastici Provinciali il personale precario disoccupato che ha formato fino a ieri i figli di quelli che dentro vi lavorano o dei carabinieri che ne controllano la protesta, è arrabbiato - eufemismo - e chiede risposte.E' da ben più di un anno che su questo sito abbiamo con forza riportato le posizioni, anche radicali, di critica alla tattica dei tagli alla scuola, specie a quella dell'obbligo, e alla miope strategia riformista. Ci sarà modo in futuro di capire perchè si deve arrivare all'ultimo giorno utile per vedere organizzate proteste di piazza e chi ne porta la responsabilità per ignavia e disinteresse di categoria.
Oggi invece, è importante sensibilizzare chi in piazza non è, chi non deve difendere il suo lavoro perchè è di ruolo, ma che fino a ieri condivideva didattica, aule e ansie con i colleghi che oggi stanno sullo stretto di Messina; chi è dentro la scuola oggi si trova a gestire una struttura pubblica impoverita senza che nessuno ne abbia mai ascoltato pareri o proteste. Il futuro promesso è brillante: paghe migliori, avanzamenti per merito, nuove tecnologie ed edifici moderni; ma è il presente che non va e oggi la difesa del precariato espulso va fatta insieme a quelli che stanno in strada. Le risorse che escono dalla scuola non rientrano più e sono una perdita per tutti. Per questo ci aspettiamo che la giusta rivendicazione di chi è stato espulso senza alternative si saldi con la protesta di chi dentro la scuola vuole un progetto educativo e non solo educatori senza progetto nè risorse.
Oggi invece, è importante sensibilizzare chi in piazza non è, chi non deve difendere il suo lavoro perchè è di ruolo, ma che fino a ieri condivideva didattica, aule e ansie con i colleghi che oggi stanno sullo stretto di Messina; chi è dentro la scuola oggi si trova a gestire una struttura pubblica impoverita senza che nessuno ne abbia mai ascoltato pareri o proteste. Il futuro promesso è brillante: paghe migliori, avanzamenti per merito, nuove tecnologie ed edifici moderni; ma è il presente che non va e oggi la difesa del precariato espulso va fatta insieme a quelli che stanno in strada. Le risorse che escono dalla scuola non rientrano più e sono una perdita per tutti. Per questo ci aspettiamo che la giusta rivendicazione di chi è stato espulso senza alternative si saldi con la protesta di chi dentro la scuola vuole un progetto educativo e non solo educatori senza progetto nè risorse.
La mensa scolastica
Dal Giornale di Classe, notiziario dell'Istituto Comprensivo "E. de Amicis" di Anzola dell'Emilia
- Quale ruolo ha oggi la mensa scolastica?
- Che cosa è cambiato rispetto al passato?
- Come vengono scelti gli alimenti nelle scuole?
- Quante calorie dovrebbe contenere un pasto completo?
- Sono previsti menu “speciali” per casi specifici?
- Quali sono le linee-guida per un’educazione alimentare scolastica?
- Quali sono gli obiettivi dell'intervento educativo nelle scuole?
- Quali sono le regole che una mensa scolastica dovrebbe seguire?
- Come comportarsi per educare il bambino al cibo?
La scuola sicura
Dal sito di yahoo italia una buona sintesi sulla sicurezza a scuola:
In che modo salvaguardare la sicurezza nelle scuole?
Quali sono i principali rischi per docenti e studenti?
Cosa fare in caso di situazioni di emergenza?
Come proteggersi da fonti d’inquinamento esterne o interne?
Come prevenire i principali fattori di rischio per la salute e la sicurezza?
Come evitare i rischi legati ad attività svolte in ambienti specifici?
Quando un edificio scolastico può ritenersi sicuro?
A chi vanno segnalate eventuali inadempienze?
News Amianto in 2400 scuole italiane
Contaminati 5 edifici su 100 (apcom.net). E’ quanto denuncia il quotidiano il Messaggero che rende noto un dossier riservato del Ministero della Pubblica istruzione che fa il punto sullo stato disastroso dell’edilizia scolastica.
Intanto, però, i 358 milioni stanziati per la messa in sicurezza delle scuole non ci sono più.
I primi due articoli dell'inchiesta de Il Messaggero:
Intanto, però, i 358 milioni stanziati per la messa in sicurezza delle scuole non ci sono più.
I primi due articoli dell'inchiesta de Il Messaggero:
- Amianto in 2.400 scuole italiane ma sono spariti i soldi per ripulirle
- L'amianto a scuola e quei sospetti sui tremila tumori "non catalogati"
Ritorno a scuola Conto alla rovescia Cosa fare
Tornare a scuola richiede preparazione fisica e mentale per i bambini (e per voi). Non preoccupatevi: non tutto deve essere fatto subito. Utilizzate questa guida come conto alla rovescia per prepararvi ad una navigazione tranquilla nel prossimo anno scolastico.
4 settimane prima:
Programmate alcune visite mediche di controllo. E' utile una visita dal pediatra, che puo' aiutarvi a pianificare eventuali approfondimenti: esami clinici, controllo vista, analisi del comportamento, ecc.
Fate una visita alla scuola. Se il bambino frequenterà una scuola nuova, si può visitarla per suscitare il suo interesse per l'anno a venire. Individuate la strada per arrivare, eventualmente l'aula, e percorrete l'itinerario.
Organizzate il ritorno. Coinvolgete i vostri bambini nell'organizzazione, come la creazione di uno "scatolone progetto", dove potrete mettere tutto quello che servirà per il nuovo anno scolastico.
2 settimane prima:
Shopping. Il corredo scolastico è un mix di vecchio e nuovo; pensatelo in tempo. Si possono fare buoni affari comprando direttamente tutto il materiale per l'anno ma tutto deve avere poi un posto. Dedicate uno spazio in casa dove tutti sanno che ci sono le scorte.
Create una "centrale di controllo": individuate una zona della vostra casa, dove potrete mettere una bacheca, il calendario, messaggi e "caselle di posta" dove mettere i documenti, permessi, quaderni che devono essere firmati.
Fate giocare il bambino con gli amici della scuola. Durante le vacanze, il bambino probabilmente non ha visto molti dei suoi compagni di scuola durante l'estate. Programmate alcuni incontri così da farlo sentire più a suo agio quando tornerà a scuola.
Fate una festa con la famiglia, programmate qualche piccola gita speciale a scopo didattico. Questo aiuta a dimostrare il vostro interesse e dà l'occasione per ricordare ai ragazzi che la scuola è la loro "carriera".
1 settimana prima:
Riprendete il ritmo giusto. Fate uscire il bambino dai giorni pigri dell'estate: ripristinate gradualmente il ritmo sonno-veglia adatto per la scuola e la mattina presto. Cambiate alimentazione e organizzatevi per una "merenda sana" durante tutto l'anno scolastico.
tratto da: Back to School Countdown: What to Do When
qualche sito: skuola.tiscali.it - tuttogratis.it
le domande che si fanno i ragazzi più grandi:
Come prepararsi per il tremendo ritorno a scuola?
Ansia ritorno a scuola!! qualche consiglio?
RITORNO A SCUOLA->INCUBO!!!!!?
Come cambiare Look in vista del ritorno a scuola?
4 settimane prima:
Programmate alcune visite mediche di controllo. E' utile una visita dal pediatra, che puo' aiutarvi a pianificare eventuali approfondimenti: esami clinici, controllo vista, analisi del comportamento, ecc.
Fate una visita alla scuola. Se il bambino frequenterà una scuola nuova, si può visitarla per suscitare il suo interesse per l'anno a venire. Individuate la strada per arrivare, eventualmente l'aula, e percorrete l'itinerario.
Organizzate il ritorno. Coinvolgete i vostri bambini nell'organizzazione, come la creazione di uno "scatolone progetto", dove potrete mettere tutto quello che servirà per il nuovo anno scolastico.
2 settimane prima:
Shopping. Il corredo scolastico è un mix di vecchio e nuovo; pensatelo in tempo. Si possono fare buoni affari comprando direttamente tutto il materiale per l'anno ma tutto deve avere poi un posto. Dedicate uno spazio in casa dove tutti sanno che ci sono le scorte.
Create una "centrale di controllo": individuate una zona della vostra casa, dove potrete mettere una bacheca, il calendario, messaggi e "caselle di posta" dove mettere i documenti, permessi, quaderni che devono essere firmati.
Fate giocare il bambino con gli amici della scuola. Durante le vacanze, il bambino probabilmente non ha visto molti dei suoi compagni di scuola durante l'estate. Programmate alcuni incontri così da farlo sentire più a suo agio quando tornerà a scuola.
Fate una festa con la famiglia, programmate qualche piccola gita speciale a scopo didattico. Questo aiuta a dimostrare il vostro interesse e dà l'occasione per ricordare ai ragazzi che la scuola è la loro "carriera".
1 settimana prima:
Riprendete il ritmo giusto. Fate uscire il bambino dai giorni pigri dell'estate: ripristinate gradualmente il ritmo sonno-veglia adatto per la scuola e la mattina presto. Cambiate alimentazione e organizzatevi per una "merenda sana" durante tutto l'anno scolastico.
tratto da: Back to School Countdown: What to Do When
qualche sito: skuola.tiscali.it - tuttogratis.it
le domande che si fanno i ragazzi più grandi:
Come prepararsi per il tremendo ritorno a scuola?
Ansia ritorno a scuola!! qualche consiglio?
RITORNO A SCUOLA->INCUBO!!!!!?
Come cambiare Look in vista del ritorno a scuola?
News Gran Bretagna: "free schools" in ex negozi
Sarà interessante seguire l'evoluzione della politica scolastica del nuovo governo inglese che vuole estendere a tutto il sistema educativo il modello delle "free schools" che dovrebbero passare da 200 a 1500 circa.
Non si tratta di scuole private ma di scuole indipendenti che potranno essere fondate da genitori, insegnanti o altre organizzazioni laddove il servizio pubblico non dovessere essere di livello soddisfacente . Se la proposta di una free schoool viene accettata, questa viene finanziata dal governo ma rimane autonoma nella scelta dei programmi scolastici.
La differenza fondamentalmente sta nell'edificio; infatti, le nuove norme edilizie sono decisamente meno rigide su dove possa essere ospitato un istituto scolastico. Le scuole potranno utilizzare edifici ad uso residenziale o commerciale e saranno comunque monitorate dallo Stato.
Il modello è simile a quello delle charter schools americane o svedesi; quelle già oggi attive in Gran Bretagna sono quasi sempre improntate a valori confessionali ma il forte incremento che si prospetta viene visto con favore dal pensiero antidogmatico – religioso o ideologico - tanto da definirle anche come “scuola atea”. Libero pensiero in libera scuola, insomma.
L’opposizione laburista sottolinea il rischio che la riforma favorisca il declino degli istituti tradizionali ma il ministero dell'Istruzione sostiene che le "free school" serviranno a migliorare il livello di istruzione e a ridurre il divario tra aree ricche e aree povere rendendo più accessibile un sistema scolastico che finora è stato troppo segregato e stratificato.
tgcom.it: Gb, "scuole libere" in ex negozi
ilfattoquotidiano.it: Scuola di ateismo in Gran Bretagna Il governo Cameron vorrebbe estendere il modello delle "free schools" a tutto il sistema educativo
Non si tratta di scuole private ma di scuole indipendenti che potranno essere fondate da genitori, insegnanti o altre organizzazioni laddove il servizio pubblico non dovessere essere di livello soddisfacente . Se la proposta di una free schoool viene accettata, questa viene finanziata dal governo ma rimane autonoma nella scelta dei programmi scolastici.
La differenza fondamentalmente sta nell'edificio; infatti, le nuove norme edilizie sono decisamente meno rigide su dove possa essere ospitato un istituto scolastico. Le scuole potranno utilizzare edifici ad uso residenziale o commerciale e saranno comunque monitorate dallo Stato.
Il modello è simile a quello delle charter schools americane o svedesi; quelle già oggi attive in Gran Bretagna sono quasi sempre improntate a valori confessionali ma il forte incremento che si prospetta viene visto con favore dal pensiero antidogmatico – religioso o ideologico - tanto da definirle anche come “scuola atea”. Libero pensiero in libera scuola, insomma.
L’opposizione laburista sottolinea il rischio che la riforma favorisca il declino degli istituti tradizionali ma il ministero dell'Istruzione sostiene che le "free school" serviranno a migliorare il livello di istruzione e a ridurre il divario tra aree ricche e aree povere rendendo più accessibile un sistema scolastico che finora è stato troppo segregato e stratificato.
tgcom.it: Gb, "scuole libere" in ex negozi
ilfattoquotidiano.it: Scuola di ateismo in Gran Bretagna Il governo Cameron vorrebbe estendere il modello delle "free schools" a tutto il sistema educativo
Tutti i bit nascono uguali No alla legge bavaglio alla Rete
Mentre la stampa festeggia le modifiche al "ddl bavaglio" che consentono di continuare a fare cronaca giudiziaria senza più timori di ritorsioni governative, i bloggers sono stati lasciati soli. La Commissione Giustizia della Camera ha considerato inammissibile l’emendamento Cassinelli (PdL) che intendeva salvaguardare i netizens dagli effetti nefasti della norma che impone l’obbligo di rettifica equiparando i siti di informazione amatoriale ai giornali. La norma non piace all'opposizione ma nemmeno a larghi settori della maggioranza, che pure l'ha proposta. Diciamo al legislatore che non piace alla Rete e alla società civile. Chiediamogli di abrogare il comma 29.
Firmate l’Appello sul sito valigiablu.it
Appelli alla UE su Yes, political!
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Appelli alla UE su Yes, political!
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