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Analfabetismi di tutti i tipi

Oggi l'emergenza economica è evidente a tutti ma quella culturale, nascosta da lustrini e ballerine, non è mai stata così grave. Il 71 per cento della popolazione italiana si trova al di sotto del livello minimo di comprensione nella lettura di un testo di media difficoltà e questo è l'effetto di un preoccupante analfabetismo di ritorno (Se sette italiani su dieci non capiscono la lingua) Ma oggi si registra anche il record di abbandoni scolastici e non deve dunque stupire che il 33 per cento degli italiani, pur sapendo leggere, riesca a decifrare soltanto testi elementari e che persista ancora un 5 per cento incapace di decodificare qualsivoglia lettera e cifra. Certo il Bel Paese rimane distante da paesi come India, Cina, Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Etiopia, Indonesia e Egitto dove si concentrano i due terzi degli analfabeti del mondo; il solo continente africano registra un tasso di popolazione analfabeta di circa il 40% E' un problema diffuso, l’analfabetismo o meglio gli analfabetismi, perchè ve ne sono molti intorno a noi L'analfabetismo “di base”si associa comunemente alla capacità minima di leggere, scrivere e far di conto; l’analfabetismo funzionale si manifesta nelle persone con l’incapacità di svolgere compiti quotidiani e mansioni lavorative che richiedono la comprensione di testi scritti come gestire un conto in banca, richiedere un prestito, comprendere le istruzioni mediche e anche leggere i giornali La percentuale di adolescenti analfabeti funzionali in lettura, matematica e scienze nelle prove OCSE-PISA 2010 è il 21,3% dato sconfortante se messo in relazione a paesi come la Finlandia che presenta un dato del 10%. Anche il "digital divide", o divario digitale, è una forma di analfabetismo creata dal divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione, personal computer e internet, e chi ne è escluso, spesso per il livello d'istruzione. E allora forza, ritorniamo a studiare

Scuola media: l’anello debole?

"La scuola media è l'anello debole del sistema scolastico italiano, perché non garantisce un servizio di buona qualità e non offre neanche equità" E' questa una delle valutazioni sulla Scuola Media Inferiore contenute nel Rapporto sulla scuola in Italia 2011 della Fondazione Giovanni Agnelli edito da Laterza (sul sito si può scaricare una breve Sintesi.pdf).
Nella presentazione la Fondazione nota come "sia proprio alle scuole medie che esplodono in modo drammatico i divari di apprendimento determinati dall’origine socio-culturale degli studenti, che invece le scuole elementari riescono a contenere con successo. La probabilità di essere in ritardo alla fine delle medie da parte di uno studente figlio di genitori con licenza media è quattro volte superiore a quella del compagno figlio di genitori laureati, quella di uno studente straniero nato all’estero e scolarizzato in Italia è addirittura venti volte superiore a quella di un italiano. I divari sociali di apprendimento che nascono alle medie rischiano di compromettere il percorso scolastico, specialmente degli studenti di origine più svantaggiata. Questi divari e ritardi diventano, infatti, irrecuperabili alle superiori, generando la grave piaga dell’abbandono, mettendo a rischio il futuro di troppi ragazzi e, in definitiva, privando il Paese di risorse umane preziose in una fase storica così difficile e incerta".
Valutazioni pesantissime, da prendere con le pinze e leggere però criticamente in quanto si basano, per i rendimenti scolastici, sui dati TIMSS e PISA 2003 e 2007, di una scuola ancora non toccata dalle "riforme Gelmini", che nella Sintesi del Rapporto non viene mai citata. Forse questo studio avrebbe dovuto uscire prima, per essere letto al MIUR, e non oggi, con il rischio di finire nel buio del #tunnelgelmini.

Profumo nuovo a scuola ? Lettera aperta al neoministro dell'Istruzione

"Comincerò dalle cose che conosco meglio, università e ricerca; dovrò studiare un po' di più sulla parte scuola dove sono molto meno esperto". Così le prime parole di Profumo il neoministro dell'era dopo Gelmini
Il nuovo Governo intende varare "interventi mirati sulle scuole, tenendo conto delle differenti performance delle aree geografiche allo scopo di colmare il gap, come è stato anche richiesto esplicitamente anche dall'Europa". "L'Italia – dice Monti - deve investire sui suoi talenti, esserne orgogliosa e non trasformarsi in un'entità di cui i suoi talenti non sempre siano orgogliosi"
Bene, cominciamo a dire che se c'è un livello di scuola che è orgogliosa, nonostante tutto, questa è la scuola elementare. Facciamo sapere al nuovo ministro che la scuola primaria italiana ha sempre avuto buon riconoscimento internazionale nelle classifiche OCSE PISA e che in alcune regioni del nord si sono raggiunti rendimenti scolastici di livello mondiale.
La cura Gelmini con il drammatico taglio alle risorse, agli organici e al monte ore sta cominciando a far regredire, in modo particolare al sud, il livello base del nostro sistema formativo.
Gli studenti universitari chiedono "un grande messaggio di discontinuità verso il passato", una legge quadro nazionale sul diritto allo studio, un piano nazionale sull`edilizia scolastica "che non permetta mai più che uno studente muoia sotto le macerie di una scuola". Nella scuola primaria non si fanno cortei ma non possiamo dimenticare che nel crollo del 2002 a S. Giuliano di Puglia morirono 27 bambini e una maestra.
Che significa? Che alcuni punti sono evidenti:
  • la scuola primaria, base del sistema formativo, è stata colpita nella sua efficienza dai tagli "orizzontali" di questi anni e a questo va data onesta risposta ripristinando le condizioni minime per non continuare a perdere qualità;
  • la scuola del sud con questo trattamento è in condizioni drammatiche e va aiutata ancor di più sia per raggiungere livelli di qualità sia per potenziarne il ruolo sociale di agenzia contro la disoccupazione, la delinquenza e l'analfabetismo;
  • l'integrazione dei nuovi cittadini italiani passa attraverso la scuola primaria più che attraverso l'università e gli altri ordini di scuola
Basta questo per invitare il Ministro a visitare prima le scuole elementari e poi le Università?

Anno 2012 Paura della fine del mondo? Ci aiuta la scienza

Scatenare ansie apocalittiche nei bambini è abbastanza facile. In questo periodo stanno aumentando le profezie sulla fine del mondo per il 2012 e al bombardamento mediatico la scuola deve rispondere fornendo i giusti strumenti di conoscenza per evitare la diffusione di una pericolosa cultura non-scientifica.
Gli esperti di “
Osservatorio Apocalittico” sono persone che hanno deciso di mettere le proprie competenze ed esperienze al servizio della buona informazione e divulgazione, per contrastare la diffusione di notizie sensazionalistiche che oggi dilagano tra i social network, siti Internet, mezzi di (dis)informazione e programmi televisivi, sull’ormai abusato tema della “fine del mondo”.
Nata da poco, la redazione di “Osservatorio Apocalittico” ha raccolto le tante profezie sull’argomento e le ha “sbufalate” grazie all’intervento dei suoi esperti nei rispettivi settori – astronomia, religioni, geologia, sociologia – per placare le paure di tanti.
Strumenti utili sono la sezione
Paura della fine del mondo? Chiedi ai nostri esperti! dove porre domande dirette agli esperti e la interessante sitografia per approfondire.

Da Italians di Beppe Severgnini Le classi elementari americane

In mezzo a tutti i nostri attuali problemi, facciamoci due risate con la storia vera di una mamma italiana che vive in USA e racconta una giornata di scuola elementare americana del proprio figlio. La riporta, nella sua rubrica "Italians", Beppe Severgnini sul corriere.it
Non lamentiamoci troppo, noi italians

Delle 100 idee del Big Bang dei Rottamatori 7 sono per la scuola (Ahi ahi ahi ahi!)


Dalla tre giorni del Big Bang dei Rottamatori del PD sono uscite 100 idee per l'Italia; 7 di queste riguardano, direttamente o indirettamente, la scuola:
31 – Mettere in competizione il pubblico con il pubblico L’alternativa nella gestione di servizi non può essere solo o pubblica o privatizzata; è possibile creare una competizione fra una scuola e l’altra, fra sistema sanitario di un’area e sistema sanitario di un’altra area;

Dislessia Piccolo corso all'americana

La scuola primaria americana gode fama di notevole pragmatismo; in 10 brevi video, questo corso di sensibilizzazione ai problemi dei disturbi di apprendimento nella scuola primaria è un ottimo esempio anche per noi, anche se un po' "vintage".




Video n. -1-*-2-*-3-*-4-*-5-*-6-*-7-*-8-*-9-*-10-

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Il comma 29 "ammazzablog"

Vediamo di spiegare i motivi della protesta contro la legge "sulle intercettazioni" che comincerà il suo iter in Parlamento i prossimi giorni e che introduce per i siti web un meccanismo di "rettifica" che è peggio della censura.

Cosa prevede il comma "ammazzablog"? Il comma estende l’istituto della "rettifica", previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i siti informatici, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione. Cosa è la "rettifica"? La "rettifica" è oggi già prevista per i giornali e le televisione nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o false. Questi potrebbero avere difficoltà nell’ottenere la correzione delle notizie e la "rettifica", quindi, obbliga i giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni. Quando si deve pubblicare la "rettifica"? E cosa succede se non si pubblica? Il Comma prevede che la "rettifica" vada pubblicata entro due

#tunnelgelmini

Sulla scoperta del CERN il Ministero dell'Istruzione ha rilasciato un comunicato stampa dove si celebra un fantomatico tunnel di 734 km fra il CERN di Ginevra e i laboratori del Gran Sasso a cui il Governo Italiano avrebbe dato un contributo per la costruzione.
La gaff sta facendo il giro del mondo (cercate su twitter #tunnelgelmini) e tutto il web sta ridendo

  • Qui le migliori vignette
  • Qui i tweets più divertenti
  • Ansia prima del primo giorno di scuola? Riconoscerla e gestirla

    Si avvicina il primo giorno di scuola e tutti sono entusiasti delle nuove esperienze che i bambini proveranno ma qualche bambino, invece, è ansioso e infelice. Se avete osservato alcuni di questi segnali la settimana prima del rientro scolastico:
    1. Drastici cambiamenti delle abitudini alimentari
    2. Il bambino lamenta di sentirsi malato o dolorante
    3. Disturbi del sonno, incubi o sonno eccessivo
    4. Ripristino di comportamenti infantili, come ad esempio parlare come un bambino piccolo
    5. Aggressività verso gli altri bambini o collera insolita
    6. Malinconia o tristezza persistente
    7. Esitazione a parlare di scuola o dei preparativi per il ritorno a scuola
    è molto probabile che si tratti semplicemente di paura del ritorno a scuola. "Il problema principale è la paura del non-familiare" - spiega Robyn Silverman, Ph.D., psicologo americano molto seguito da insegnanti, allenatori e istruttori - "pertanto la chiave per aiutare il vostro bambino è quella di rendere il non-familiare, familiare".
    Per esempio:
    • Aiutatelo ad etichettare le sue paure; i timori non identificati sono più difficili da superare;
    • Fategli riprendere le sue abitudini scolastiche: alzarsi presto e preparare i vestiti per il giorno dopo prima di andare a letto significa non essere in ritardo o disorganizzati;
    • Guardate insieme l'orario delle lezioni, i libri e il programma scolastico che deve affrontare;
    • Fategli riprendere i contatti con i compagni di classe prima dell'inizio della scuola;
    • Giocate ad imitare un giorno di scuola;
    • Ricordategli che è normale essere nervosi;
    • Portatelo a vedere la scuola prima dell'inizio e ripercorrete la strada che farà;
    Insomma, incoraggiatelo a superare la "sfida scolastica" e non sottovalutatela.
    Liberamente tratto da un articolo di Bill Burns - www.education.com

    Gioco legale e responsabile Questo spot ci piace poco



    Fra i diversi spot televisivi che propagandano i giochi gestiti dallo Stato anche se più o meno d'azzardo, questo proprio non ci piace.La benedizione del padre - e non della madre, si badi bene - al figlio che si avvicina per la prima volta al Gioco a Premi dello Stato Italiano è indubbiamente diseducativa e di dubbio gusto. Invece di instillare nella mente del ragazzo l'attenzione al fatto che il gioco può creare dipendenza lo si avvicina senza eleganza al piacere, di qualunque tipo esso sia. Diffondiamo invece la conoscenza del rischio dipendenza che è in agguato nel gioco, spesso devastante per la persona e la sua famiglia.
    www.iltuopsicologo.it: dipendenza da gioco

    Telefono azzurro Non vogliamo vedere?

    Telefono Azzurro richiama sempre l'attenzione sugli abusi ed in particolare su quelli sommersi che troppe volte non vogliamo vedere
    Da due anni Telefono Azzurro gestisce anche la linea europea per bambini ed adolescenti scomparsi: un lavoro senza frontiere
    Due temi importanti su cui riflettere.
    Per saperne di più andate su azzurro.it oppure scaricate l'ultimo numero di Azzurro child: ll diritto di essere bambini (n° 66)

    NO definitivo alle "aule pollaio"

    Avevamo dato notizia del ricorso vincente al Tar del Codacons («aule-pollaio» = "bambini polli") per 275 «aule pollaio» che non rispettano il massimo di affollamento di due metri quadrati a disposizione per ogni alunno e di 27 alle elementari, 28 alle medie, 30 alle superiori.
    Ora il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso del Ministero dell'Istruzione che è pertanto costretto ad emanare il Piano generale di edilizia scolastica, previsto dal D.P.R. n. 81/09. In attesa del Piano non si dovrebbero poter formare classi in aule che superino l'affollamento massimo di legge in quanto restano confermati i limiti massimi di alunni previsti dal decreto 331/1998"

    La normativa:

    Poesie e tabelline a memoria nel Suk arabo Che scuola !

    Uno studio americano rivaluta un metodo didattico passato di moda e spiega perché è più efficace. ricordare un testo, dei versi o una sequenza di numeri non è nozionismo ma aiuta a elaborare i concetti
    "Nel mezzo del cammin di nostra vita...", chi ricorda ancora a memoria passi della Divina Commedia di Dante? Negli ultimi decenni imparare a memoria, ripetere e annotare, era nozionismo sorpassato. Invece no: imparare a memoria, leggere e rileggere, è il metodo migliore per apprendere, fino ai massimi livelli accademici e non solo alle elementari o alle medie.

    Imparare a memoria e ripetere, dicono Karpicke e Blunt, psicologi alla Purdue University di West Lafayette, Indiana, Usa, è un metodo molto più efficace per assimilare nozioni e concetti, per averli nella propria memoria e quindi utilizzarli nel ragionamento, in connessioni logiche, rispetto a metodi nuovi come l'uso delle cosiddette "mappe mentali".
    E prendere appunti a mano aiuta a ricordare ben più dell'uso della tastiera di un computer perché l'attività motoria dello scrivere è in forte collegamento col cervello.
    Ma non è così semplice il processo di apprendimento; tempo fa abbiamo rilanciato un articolo che parlava dei bambini che oggi hanno meno di 12 anni (Nativi Digitali: addio maestra, da oggi si cambia), prima generazione veramente hitech, che pensa, apprende e conosce in maniera differente dai suoi fratelli maggiori per i quali "imparare oggi ha la forma di un suk arabo nell'ora di punta".
    Difficile immaginare che questa evoluzione possa avvenire in aule strette e cadenti, con classi affollate da - minimo - 27 diavoletti scatenati, 3-4 dei quali "difficili anche se non segnalati", però in grembiulino, con una maestra unica - malpagata - e genitori sindacalisti dei propri figli.
    Oddio, il Suk c'è, le tabelline e le poesie si possono recitare in gruppo ... che sia questo il futuro?

    «aule-pollaio» = "bambini polli" ?

    «Quelle classi hanno troppi alunni» Il Tar dice basta alle «aule-pollaio» Accolto il ricorso del Codacons

    La normativa tecnica per gli edifici scolastici fissa un limite al numero di alunni per classe: 27 alle elementari, 28 alle medie, 30 alle superiori e comunque per ogni alunno devono risultare circa due metri quadrati a disposizione.
    Il Codacons per 275 «aule pollaio» che non rispettano queste regole, ha chiesto l’intervento del Tar con uno dei primi esempi di class action, cioè di azione collettiva fatta con un singolo esposto. E ieri il Tribunale amministrativo ha dato ragione all’associazione dei consumatori.
    La Gelmini dice che sono solo lo 0,4 per cento ma il governo ha solo 120 giorni di tempo per varare il piano di riqualificazione degli edifici contestati.

    News Nel Regno Unito si dibatte sulle "free schools"

    Un articolo di Tuttoscuola.com fa il punto sulle "free schools" inglesi volute dal Governo conservatore ma osteggiate dai sindacati; l'iniziativa sta ancora suscitando accesi dibattiti nonostante siano state autorizzate appena 16 di queste nuove scuole.
    Le “free schools” possono essere fondate da associazioni di genitori o di insegnanti, gruppi di volontari, congregazioni religiose. Sono autorizzate al funzionamento direttamente dall’autorità centrale e non devono avere il permesso dall’autorità scolastica locale. Sono sovvenzionate con finanziamenti pubblici e i loro programmi, purché sottoposti al controllo del dipartimento per l’istruzione, possono discostarsi dal curriculum nazionale.
    Diffuse in Svezia - scuole indipendenti - e negli USA - Chart School System - hanno ottenuto un innalzamento degli standard di qualità educativa in molte aree deprivate.
    Mentre nel Regno Unito si sperimenta, la nostra Scuola, ancora alle prese con tagli economici e centralismo autoritario, sta covando solo conflitti; esperienze analoghe in Italia potrebbero avviare forme moderne di innovazione del sistema e rilanciare l'autonomia scolastica, oggi compressa e perdente di fronte alle logiche statali.

    Nativi Digitali: addio maestra, da oggi si cambia (?)

    "imparare oggi ha la forma di un suk arabo nell'ora di punta"
    La generazione dei "nativi digitali", bambini che oggi hanno meno di 12 anni è la prima veramente hitech, che pensa, apprende e conosce in maniera differente dai suoi fratelli maggiori. E' l'addio al vecchio sapere lineare di studenti 2.0 a cui corrispondono spesso istituti scolastici da secolo scorso. E' la tesi di Serena Danna, giornalista de Il Sole 24ore (
    Nel regno dei nativi digitali) che descrive la loro cultura come «partecipativa», fondata su una «partnership informale» tra insegnanti e alunni con il bambino che tende a sentirsi responsabile del progetto educativo
    «Frequentano gli schermi interattivi fin dalla nascita e considerano internet il principale strumento di reperimento, condivisione e gestione dell'informazione». «Se per noi imparare significava leggere-studiare-ripetere, per i bambini cresciuti con i videogames vuol dire innanzitutto risolvere i problemi in maniera attiva»,
    Il maestro non è più un trasmettitore di conoscenza ma un «facilitatore»,
    che fa da filtro tra il caos della rete e il cervello del piccolo studente.

    Anche se un po' troppo aziendalista/astratto, l'articolo è da leggere perchè è fra i pochi a parlare della scuola dall'esterno e con i verbi del futuro.

    Intanto, la giornalista sarà sicuramente d'accordo con noi che anche "insegnare oggi è come lavorare in un suk arabo nell'ora di punta"

    Un miliardo all'Università? Ricordiamoci che lo hanno tolto alla scuola primaria!

    Nessuna università italiana fra le prime 200 al mondo. Invece la scuola primaria italiana si colloca (o si collocava?) fra le migliori al mondo.
    Sia gli occupanti delle scuole superiori sia i ricercatori universitari in sciopero dovrebbero ammetterlo: i soldi che arriveranno all'Università sono stati tolti anche alla scuola primaria.
    Sono più di otto i miliardi tolti alla scuola dalla riforma Gelmini e almeno un quarto riguarda la scuola primaria. Mai tagli così duri sono passati nel silenzio e nell'indifferenza: i docenti e i genitori del
    la scuola primaria stanno da due anni supplendo alle gravissime carenze di strutture e personale che la stanno fiaccando. E rimane ancora un livello di scuola considerato fra i migliori al mondo. Non ci sono cortei di protesta di alunni 6-11; la dattica si fa con classi sovraffollate; le gite si fanno con le automobili delle famiglie e con il volontariato delle maestre; il sapone ecc. si porta da casa; le fotocopie le pagano i genitori. E altro ancora, poco edificante da far sapere. Capiamo che questa indifferenza arrivi dal Ministero o dalla Stampa Meno Attenta ma non possiamo accettare che gli altri ordini di scuola - allievi e docenti delle superiori, universitari e ricercatori - dimentichino che i primi a subire i tagli e ad avviare la protesta sono stati le famiglie, i maestri e i bambini della scuola primaria. Capiamo che i Sindacati siano attenti al problema del momento; ma non è così che si risponde ad una strategia globale di destrutturazione della scuola pubblica. Capiamo, capiamo, capiamo ma non accettiamo questo stato di cose. La scuola primaria non può fare azioni violente o scioperi duri per difendersi; sono gli altri che devono ricordare che se sanno leggere, scrivere e rapportarsi con il mondo degli altri lo devono agli insegnamenti dei primi anni di scuola e alla professionalità delle maestre. Ricordate e difendete anche le vostre origini, cari universitari. La scuola primaria sta soffrendo e non riesce a farsi sentire; ha bisogno di solidarietà. Almeno un miliardo di volte.
    E, infine, è un vecchio gioco, "a dirty trick", mettere scuola contro scuola per innescare una guerra tra poveri e distrarci dai temi veri che sono quelli di una scuola per il terzo millennio che nessuno oggi dibatte.

    Finalmente ci arrabbiamo Fuori e dentro (?) la scuola

    La scuola è in piazza, anzi sulla strada, sul lastrico. Sullo stretto di Messina migliaia di persone appartenenti al più grosso licenziamento di massa degli ultimi decenni chiede un "ponte per la scuola". Davanti a molti portoni degli Uffici Scolastici Provinciali il personale precario disoccupato che ha formato fino a ieri i figli di quelli che dentro vi lavorano o dei carabinieri che ne controllano la protesta, è arrabbiato - eufemismo - e chiede risposte.E' da ben più di un anno che su questo sito abbiamo con forza riportato le posizioni, anche radicali, di critica alla tattica dei tagli alla scuola, specie a quella dell'obbligo, e alla miope strategia riformista. Ci sarà modo in futuro di capire perchè si deve arrivare all'ultimo giorno utile per vedere organizzate proteste di piazza e chi ne porta la responsabilità per ignavia e disinteresse di categoria.

    Oggi invece, è importante sensibilizzare chi in piazza non è, chi non deve difendere il suo lavoro perchè è di ruolo, ma che fino a ieri condivideva didattica, aule e ansie con i colleghi che oggi stanno sullo stretto di Messina; chi è dentro la scuola oggi si trova a gestire una struttura pubblica impoverita senza che nessuno ne abbia mai ascoltato pareri o proteste. Il futuro promesso è brillante: paghe migliori, avanzamenti per merito, nuove tecnologie ed edifici moderni; ma è il presente che non va e oggi la difesa del precariato espulso va fatta insieme a quelli che stanno in strada. Le risorse che escono dalla scuola non rientrano più e sono una perdita per tutti. Per questo ci aspettiamo che la giusta rivendicazione di chi è stato espulso senza alternative si saldi con la protesta di chi dentro la scuola vuole un progetto educativo e non solo educatori senza progetto nè risorse.

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